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24 | vagabondaggio. |
Poi, il giorno dopo, giurava colle mani in croce che non l’avrebbe fatto più. E la poverina ci tornava sempre, appena lo vedeva da lontano, coi capelli rossi in mezzo alle stoppie gialle; si accostava quatta quatta, e gli si metteva alle calcagna come un cane. Quand’essa arrivava piagnucolando ancora per le busse che s’era buscate all’osteria, Nanni per consolarla le diceva:
— E tu perchè non scappi, e te ne vai a casa tua? —
Egli raccontava che aveva la sua casa anche lui, laggiù al paese, e i parenti e ogni cosa; di là di quelle montagne turchine; ci voleva una giornata buona di cammino, e un giorno o l’altro ci sarebbe andato.
— Pianta i tuoi padroni e l’osteria, e te ne scappi a casa tua. —
La ragazzetta ascoltava a bocca aperta, colle gambe penzoloni sul greto asciutto, guardando attonita là dove Nanni le faceva vedere tante belle cose, oltre i monti turchini. Infine si grattava il capo, e rispondeva: