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vagabondaggio. 39

l’uno accanto all’altra, seduti sul muricciolo, nel buio. Infine si presero per mano e tornarono verso l’abitato. Nelle case luccicava ancora qualche finestra; ma i cani si mettevano a latrare, appena i due ragazzi si fermavano presso a un uscio, e il padrone minaccioso gridava: — Chi è là? —

La fanciulletta scoraggiata buttò le braccia al collo di Nanni.

— No! No! — piagnucolava lui, — lasciami stare. —

Trovarono una tettoia addossata a un casolare, e vi passarono la notte, tenendosi abbracciati per scaldarsi. Li svegliò lo scampanío del paese in festa, che il sole era già alto. Mentre andavano per via, guardando la gente che usciva vestita in gala, scorsero in piazza don Tinu il merciaiuolo, colle sue scarabattole digià in mostra, sotto l’ombrellone rosso.

— Signore don Tinu, — gli disse Grazia tutta contenta. — Benvenuto a vossignoria! —

Don Tinu si accigliò e rispose: