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Pagina:Verga - Vagabondaggio.djvu/62

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54 VAGABONDAGGIO.


Don Tinu ch’era stato il suo maestro e gli vide la faccia pallida, mutò subito registro:

— Ah, così rispondi al tuo padrone? Ora ti lascio morir di fame. Pigliati la tua roba, e via di qua. —

Nanni raccolse i quattro cenci nel fazzoletto e conchiuse:

— Benedicite a vossignoria. —

E se ne andò a trovare il Zanno.

— Bada che qui si guarda e non si vede: si ode e non si sente: si ha bocca e non si parla — gli disse il Zanno per prima cosa. — Se hai giudizio starai bene; se hai la lingua lunga andrai a darla ai cani, come quel re che aveva le orecchie lunghe e non poteva tenere una cosa sullo stomaco. Io non faccio chiacchiere nè chiassi come don Tinu, bada! Marcia, torna e sparisci! E bravo chi ti trova! —


Menavano una vita allegra, ma sempre coll’orecchio teso e un piede in aria. Di notte, se