Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
78 | il maestro dei ragazzi. |
glia lontano. Le ragazze lo canzonavano anche un po’ perchè non ballava mai; lo chiamavano «il poeta». Egli da lontano inchiodava uno sguardo fatale su quella ragazza, sola e dimenticata in un cantuccio al par di lui. Una domenica infine le si fece presentare; le disse con una lunga frase ingarbugliata che aveva ambito l’onore di far la sua conoscenza perchè «nella festa» era l’unica persona con cui si potesse scambiare due parole: lo sentiva, gliel’avevano detto: sapeva anche che era una distinta cultrice delle lettere....
«Le danze» giravano giravano «vorticose» in un gran polverío, sotto la lumiera a petrolio, ed essi sembravano cento miglia lontani, proprio come nei romanzi, mezzo nascosti dietro la tenda all’uncinetto, lui col cappello sull’anca, e l’arco della mente teso per ogni parola che gli usciva di bocca; lei irradiata da quella prima lusinga che le veniva da un uomo, con una nuova dolcezza negli occhi, attraverso i ricciolini.