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da quelle parti, ora che non l’avevano voluto nemmeno per guardare i porci, e girandolando in mezzo alla folla che lo urtava e lo spingeva senza curarsi di lui, gli pareva di essere più solo di quando era coi puledri nelle lande di Passanitello, e si sentiva voglia di piangere. Finalmente massaro Agrippino lo incontrò nella piazza, che andava di qua e di là colle braccia ciondoloni, godendosi la festa, e cominciò a gridargli dietro: — Oh Jeli! oh! — e se lo menò a casa. Mara era in gran gala, con tanto d’orecchini che le sbattevano sulle guancie, e stava sull’uscio, colle mani sulla pancia, cariche d’anelli, ad aspettare che imbrunisse per andare a vedere i fuochi.
— Oh! — gli disse Mara, — sei venuto anche tu per la festa di San Giovanni!
Jeli veramente non osava entrare, perchè era vestito male; però massaro Agrippino lo spinse per le spalle, dicendogli che non si vedevano allora per la prima volta, e che si sapeva che era venuto per la fiera coi puledri del padrone. La gnà Lia gli
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