Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 186 — |
versò un bel bicchiere di vino, e vollero condurlo con loro a veder la luminaria, insieme alle comari ed ai vicini.
Arrivando in piazza, Jeli rimase a bocca aperta dalla meraviglia: tutta quanta era un mare di fuoco, come quando s’incendiano le stoppie, per il gran numero di razzi che i devoti accendevano in cospetto del santo, il quale stava a goderseli dall’imboccatura del Rosario, tutto nero sotto il baldacchino d’argento. I devoti andavano e venivano fra le fiamme come tanti diavoli, e c’era persino una donna discinta, spettinata, cogli occhi fuori della testa, che accendeva i razzi anch’essa, e un prete colla sottana in aria, senza cappello, che pareva un ossesso dalla devozione.
— Quello lì è il figliuolo di massaro Neri, il fattore della Salonia, e spende più di dieci lire di razzi! — diceva la gnà Lia, accennando a un giovinotto che andava in giro per la piazza tenendo due razzi alla volta nelle mani, come due candele, sicchè tutte le donne se lo mangia-