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Pagina:Verginia.djvu/28

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A T T O

     Tu converti in un’hora in strido el canto
     Fai le luci ridenti, lagrimose,
     Con ferro, con venen, sospetti e invidie
     Ch’al fin son tutti li tuo doni insidie:

Vir.Hor al Re trappassar di dentro voglio.
     Per tor licentia d’andare a Salerno
     Qual pien di stupri, furti, ire, & cordoglio
     Per non starvi el signor esser discerno.
     Forse s’el stato suo d’infamia toglio,
     Et de le terre rassetto el governo.
     Del signor mio ch’a torto mi distratia.
     Racquisterò la gia perduta gratia

Io ho dal Re la licentia impetrato
     D’andar, ma non vò gia com’i vorrei.
     Che non vuol mia crudel fortuna & fato
     Troppo contraria, a giusti pensieri miei:
     Andianne amici al camin disegnato,
     Et col favor de li huomini & di dei,
     Piglian verso Salerno el nostro corso
     Che forse al dolor mio darà soccorso.

Cal.Magnanima & illustre principessa
     Son de Salernitani imbasciatore,
     A darti vengo obedientia espressa,
     Per parte l’oro, & l’huomaggio & l’honore
     Et mantenerti la fede impromessa
     Si come sposa del nostro signore.