Pagina:Verginia.djvu/76

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A T T O

     Ogni prudentia tua restera vana,
     Che ad espugnarle non hai forza, o ingegno
     S’io fussi teco, ogni influentia strana
     Torrei dal volto tuo di Giove degno,
     Et non potendo far quel che vorrei,
     La vita mia per la tua metterei.

Questo Principe indegno in ogni loco
     Di costei ch’è thesor della natura
     Piu pietoso è la morte, el ferro, e ’l foco,
     Folgor, veneno, & ogni fera dura,
     Ch’el pianto el servir suo stima sì poco,
     Che ucide & stratia una columba pura,
     O cielo, o cielo affar presto t’assetta
     Di tanta ingratitudine la vendetta.

Piu pretiosa ch’el Romano Erario
     È costei, qual torra se lei non toglie?
     Ascondi sole el tuo corso ordinario,
     Mosso a pieta di suo tormento, e doglie,
     Ah Principe crudel, ah mondo vario
     Come dissimil fai le nostre voglie,
     El suo cor l’odia, el mio per lei si strugge,
     Io l’amo adoro, egli discaccia, & fugge.

Dove se tu, o del mio cor Regina
     Vedova, sola abbandonata a torto?
     Dimmi in qual parte del mondo camina
     El volto tuo impalidito & smorto?
     O da me partira l’alma meschina,