Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/102

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CAPITOLO XIV.


Nel quale Phileas Fogg scende tutta l’ammirabile vallata del Gange senza nemmeno pensare a guardarla.


L’ardito ratto era riuscito. Un’ora dopo, Gambalesta rideva ancora del suo successo. Sir Francis Cromarty aveva stretto la mano dell’intrepido giovane. Il suo padrone aveagli detto: «Bene.» Ciò che, in bocca a quel gentleman, equivaleva ad un’alta approvazione. E Gambalesta aveva risposto che tutto l’onore dell’affare apparteneva al suo padrone. A sentir lui, non aveva avuto che un’idea burlesca, e rideva pensando che, durante alcuni istanti, lui, Gambalesta, antico ginnasta, ex-sergente dei pompieri, era stato il vedovo di una leggiadra donna, un vecchio rajà imbalsamato.

Quanto alla giovane Indiana, ella non aveva avuto coscienza di ciò che era accaduto. Ravvolta nelle coperte da viaggio, ella riposava sopra una delle barelle.

Intanto, l’elefante, guidato con somma sicurezza dal Parsì, correva rapidamente nella foresta ancora oscura. Un’ora dopo aver lasciato la pagoda di Phillaji,