Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/122

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la,» si mostrò favorevole al cammino del piroscafo. Il Rangoon ebbe presto in vista l’isola del Grand’Andaman, la principale del gruppo, che la sua pittoresca montagna di Saddle-Peak, alta duemila e quattrocento piedi, annunzia molto da lontano ai navigatori.

La costa fu rasentata assai da vicino, ma i selvaggi Papuasi dell’isola non si mostrarono affatto. Sono esseri posti all’ultimo gradino della scala umana ma che a torto vennero ritenuti antropofagi.

Lo sviluppo panoramico di quelle isole era magnifico. Immense foreste di latani, di arecche, di bambù, di noci moscate, di teck, di gigantesche mimose, di felci arborescenti, coprivano il paese sul dinanzi e indietro si profilava l’elegante contorno delle montagne. Sulla costa pullulavano a migliaia quelle preziose rondini salangane, i cui nidi commestibili formano una vivanda ricercata nel Celeste Impero. Ma tutto quello spettacolo variato, offerto agli sguardi dal gruppo delle Andaman trascorse veloce, ed il Rangoon si avviò rapidamente verso lo stretto di Malacca che doveva dargli accesso nei mari della Cina.

Che faceva durante questo tragitto l’ispettore Fix, sì sventuratamente trascinato in un viaggio di circumnavigazione? Alla partenza da Calcutta, dopo aver lasciato istruzioni affinchè se finalmente giungesse il mandato, gli venisse spedito a Hong-Kong, egli aveva potuto imbarcarsi a bordo del Rangoon senza essere visto da Gambalesta, e sperava di poter celare la sua presenza sino all’arrivo del piroscafo a Hong-Kong. Infatti, gli sarebbe stato difficile di spiegare perchè si trovasse a bordo, senza destare i sospetti di Gambalesta, che doveva crederlo a Bombay. Ma fu condotto a rinnovare la conoscenza di quel buon diavolaccio dalla logica stessa delle circostanze. In che modo? Ora si vedrà.