Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/121

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movimenti fossero stati combinati a questo uso. Mistress Auda non sapeva proprio capacitarsene; ma Gambalesta le aveva un tantino spiegato l’eccentrica personalità del suo padrone. Le aveva narrato quale scommessa traeva quel gentleman al giro del mondo. Mistress Auda aveva sorriso, ma alla fin fine essa gli doveva la vita, ed il suo salvatore non poteva essere che abbellito dalla di lei riconoscenza.

Mistress Auda confermò il racconto che la guida indù aveva fatto della sua commovente istoria. Ella era, infatti, di quella razza che tiene il primo posto fra le razze indigene. Parecchi negozianti parsì ammassarono grandi ricchezze alle Indie, nel commercio dei cotoni. Uno di loro, sir James Jejeebhoy, venne fatto nobile dal governo inglese, e mistress Auda era parente di questo ricco personaggio che abitava Bombay. Era anzi un cugino di sir Jejeebhoy, l’onorevole Jejeeh, colui presso il quale ella intendeva recarsi a Hong-Kong. Troverebbe in casa sua ricetto ed assistenza? Non poteva affermarlo. Al che il signor Fogg rispondeva ch’ella non avesse ad inquietarsi, che tutto s’aggiusterebbe matematicamente! Fu la sua parola.

La giovine signora comprendeva essa quell’orribile avverbio? Chi sa? Tuttavia, i suoi grandi occhi si fissavano su quelli del signor Fogg, i suoi grandi occhi «limpidi come i laghi sacri dell’Hymalaya!» Ma l’intrattabile Fogg, più che mai chiuso non pareva uomo da gettarsi in quel lago!

Questa prima parte del viaggio del Rangoon si compì in eccellenti condizioni. Il tempo era discreto. Tutta quella porzione dell’immensa baja, chiamata dai marinai «le braccia del Benga