Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/126

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nor Fix, non ne sapete nulla, voi, ma abbiamo anche una giovane signora con noi.

— Una giovine signora?» rispose l’agente, che aveva proprio l’aria di non capire quello che il suo interlocutore voleva dire.

Ma Gambalesta non istette un pezzo a raccontargli la storia di lei. Gli narrò l’incidente della pagoda di Bombay, l’acquisto dell’elefante al prezzo di duemila sterline, la faccenda del sutty, il rapimento di Auda, la condanna del tribunale di Calcutta, la libertà sotto cauzione. Fix, che conosceva l’ultima parte di questi incidenti, pareva ignorarli tutti, e Gambalesta pigliava gusto a narrare le sue avventure dinanzi ad un uditore che gli esternava tanto interesse.

«Ma, in fin de’ fini, chiese Fix, il vostro padrone ha forse l’intenzione di condurre quella giovane in Europa?

— Mainò, signor Fix, mainò! Noi andiamo semplicemente ad affidarla alle cure di un suo parente, ricco negoziante di Hong-Kong.

— Nulla da fare! disse tra sè il detective, dissimulando il suo dispetto. Un bicchiere di gin, signor Gambalesta?

— Volentieri, signor Fix. E sia per bere alla salute del nostro incontro a bordo del Rangoon!