Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/139

Da Wikisource.

Alle sei, il pilota salì a bordo del Rangoon e prese posto sul palco, affine di dirigere la nave nei passaggi sino al porto di Hong-Kong.

Gambalesta moriva dalla voglia d’interrogare quell’uomo, e di domandargli se il piroscafo di Yokohama aveva lasciato Hong-Kong. Ma non osava, preferendo serbare un po’ di speranza sino all’ultimo momento. Egli aveva confidato le sue inquietudini a Fix, il quale, — volpe fina, — cercava di consolarlo, dicendogli che il signor Fogg sarebbe giunto in tempo per imbarcarsi sul prossimo piroscafo. Ciò poneva Gambalesta in una collera cieca.

Ma se Gambalesta non si peritò di interrogare il pilota, il signor Fogg, dopo aver consultato il suo Bradshaw, chiese con la sua aria tranquilla, al detto pilota, se sapeva quando partirebbe un battello da Hong-Kong per Yokohama.

— Domani con la marea del mattino, rispose il piloto.

— Ah! fece il signor Fogg, senza manifestare un’ombra di meraviglia.

Gambalesta, che era presente, avrebbe volentieri abbracciato il piloto, al quale Fix avrebbe voluto torcere il collo.

— Qual è il nome di cotesto steamer? chiese il signor Fogg.

— Il Carnatic, rispose il piloto.

— Non doveva partir ieri?

— Sì, signore, ma si è dovuto raddobbare una delle sue caldaie, e la partenza venne rimandata a domani.

— Vi ringrazio, rispose il signor Fogg, che col suo passo automatico ridiscese nel salone del Rangoon.