Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/164

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al vento, pescando molto, e tutto era disposto per ammainare rapidamente, in caso di groppo.

A mezzanotte, Phileas Fogg e mistress Auda scesero nel camerino. Fix ve li aveva preceduti e dormiva, steso sopra una branda. Quanto al piloto ed a’ suoi uomini, essi rimasero tutta notte sul ponte.

La domane, 8 novembre, al sorgere del sole, la goletta aveva fatto più di cento miglia. Il loch1, gettato di frequente, indicava che la media della sua velocità andava tra le otto e le nove miglia. La Tankadera aveva buon vento nelle vele, che funzionavano tutte, ed otteneva con tale andatura il suo maximum di rapidità. Se il vento si manteneva nelle stesse condizioni, le probabilità erano propizie.

La Tankadera, durante tutta quella giornata, non si allontanò sensibilmente dalla costa, le cui correnti le erano favorevoli. Essa l’aveva a cinque miglia al più dalla sua anca di sinistra, e quella costa, irregolarmente profilata, appariva talvolta nei momenti di sereno. Il vento veniva da terra, e il mare era per ciò meno agitato: circostanza fortunata per la goletta, poichè le imbarcazioni di piccola portata patiscono soprattutto del mar grosso che inceppa la loro velocità, che «le uccide,» per osare l’espressione marittima.

Verso mezzodì la brezza calmò un poco ed alò il sud-est. Il piloto fe’ stabilire le freccie; ma in capo

  1. Il loch è quel settore circolare di legno, che, attaccato ad una funicella divisa in parti eguali, serve a misurare la velocità della nave ossia il cammino percorso. Il Fincati, nel suo ottimo dizionario di marina, propone di tradurre loch con barchetta; ma a noi par meglio conservare la voce straniera, ma evidente; tanto più quando la voce nostra da surrogarvi si presterebbe ad equivoci.