Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/202

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di carabine Enfield o revolver Colt. Gambalesta aveva udito parlare di Siù e di Pawnies, che fermano i treni come semplici ladri spagnuoli. Il signor Fogg rispose che la era una precauzione inutile, ma lo lasciò libero d’agire a modo suo. Indi, egli si diresse verso gli uffici dell’agente consolare.

Phileas Fogg non aveva fatto duecento passi, che «per caso, casissimo,» egli incontrò Fix. L’ispettore si mostrò estremamente sorpreso. Come! Il signor Fogg e lui avevano fatto insieme la traversata del Pacifico, e non si erano incontrati a bordo! Ad ogni modo, Fix non poteva essere che onorato di rivedere il gentleman al quale doveva tanto, e, qualora gli affari lo richiamassero in Europa, sarebbe contentissimo di proseguire il suo viaggio in così piacevole compagnia.

Il signor Fogg rispose che l’onore sarebbe stato suo, e Fix — cui, premeva di non perderlo di vista, — gli chiese il permesso di visitare con lui quella curiosa città di San Francisco. Il che venne concesso.

Ecco dunque mistress Auda, Phileas Fogg e Fix a gironzare per le vie. Si trovarono in breve in Montgommery-street, ove l’affluenza della popolazione era enorme. Sui marciapiedi, in mezzo alla strada, sulle rotaie de’ tram-ways, ad onta del passaggio incessante delle diligenze e degli omnibus, sulla soglia delle botteghe, alle finestre di tutte le case, e persino sui tetti, folla innumerevole. Alcuni uomini-cartelloni circolavano in mezzo ai crocchi. Bandiere e banderuole si agitavano al vento. Grida erompevano da ogni parte.

«Urrà per Kamerfield!

— Urrà per Mandiboy!»