Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/242

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sbrigare.

Figurarsi! I viaggiatori erano troppo felici di poter essere gentili verso i due gentlemen, e si ritirarono sui passatoi.

Quel vagone, lungo una cinquantina di piedi, pareva fatto apposta per la circostanza. I due avversari potevano camminare un contro l’altro tra i sedili ed archibugiarsi a gusto loro. Non vi fu mai duello più facile da regolare. Il signor Fogg ed il colonnello Proctor, muniti ciascuno di due revolver a sei colpi, entrarono nel vagone. I due testimonii, rimasti al di fuori, ve li rinchiusero. Al primo fischio della locomotiva, essi dovevano cominciare il fuoco.... Indi, dopo un lasso di dieci minuti, si ritirerebbe dal vagone ciò che resterebbe dei due gentlemen.

Nulla di più semplice, in verità. Era anzi così semplice, che Fix e Gambalesta sentivano il loro cuore palpitare in modo da spezzarsi.

Si aspettava dunque il fischio convenuto, quando a un tratto si udirono grida selvagge; delle detonazioni le accompagnarono, ma non uscivano dal vagone riservato ai duellanti. Quelle detonazioni si prolungavano, per contrario, sino alla testa o su tutta la linea del treno. Grida di spavento si facevano udire dall’interno del convoglio.

Il colonnello Proctor ed il signor Fogg, coi revolver in pugno, uscirono tosto dal vagone e si precipitarono verso la testa del convoglio, ove rintronavano fragorosamente le detonazioni e i gridi.

Essi avevano compreso che il treno era assalito da una banda di Siù.

Questi arditi Indiani non facevano così le loro prime armi, chè già più d’una volta essi avevano fermato i convogli. Secondo le loro abitudini, senz’aspettare