Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/284

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rantacinque della sera. La sua fronte si corrugò lievemente....

Alle due e tredici minuti un romore risuonò al difuori, uno strepito di porte che s’aprivano. Si udiva la voce di Gambalesta, si udiva la voce di Fix.

Lo sguardo di Phileas Fogg brillò un istante.

La porta del posto si aprì, ed egli vide mistress Auda, Gambalesta, Fix che gli si precipitarono incontro.

Fix era trafelato, i capelli in iscompiglio... non poteva parlare.

— Signore, balbettò, signore... perdonatemi... una rassomiglianza deplorabile.... Ladro arrestato da tre giorni... voi libero!

Phileas Fogg era libero! Egli andò incontro al detective. Lo guardò bene in faccia, e, facendo il solo movimento rapido che avesse fatto e dovesse mai fare in vita sua, egli trasse indietro le due braccia, e con la precisione di un automa, percosse coi suoi due pugni l’infelice ispettore.

— Ben dati! esclamò Gambalesta.

Fix, gettato a terra, non pronunziò neanco una parola. Egli non aveva che quello che si meritava. Ma, senz’altro, il signor Fogg, mistress Auda e Gambalesta lasciarono la dogana. Si gettarono in una carrozza, e in pochi momenti giunsero alla stazione di Liverpool.

Phileas Fogg domandò se c’era un treno espresso pronto a partire per Londra....

Erano le due e quaranta minuti.... L’espresso era partito da trentacinque minuti.

Phileas Fogg ordinò allora un treno speciale.

C’erano parecchie locomotive di grande