Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/29

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an. Ventimila sterline che un ritardo impreveduto può farvi perdere!

— L’impreveduto non esiste, rispose semplicemente Phileas Fogg.

— Ma, signor Fogg, codesto lasso di 80 giorni è calcolato come un minimum di tempo!

— Un minimum ben impegnato basta a tutto.

— Ma per non oltrepassarlo, bisogna saltare matematicamente dalle ferrovie nei battelli a vapore, e dai battelli nelle ferrovie!

— Salterò matematicamente.

— È uno scherzo!

— Un buon Inglese non scherza mai quando si tratta d’una cosa seria qual’è una scommessa, rispose Phileas Fogg. Io scommetto ventimila sterline contro chicchesia, che io farò il giro della terra in ottanta giorni o meno, cioè in millenovecentoventi ore ossia centoquindicimila e duecento minuti. Accettate?

— Accettiamo, risposero i signori Stuart, Fallentin, Sullivan, Flanagan e Ralph, dopo essersi posti d’accordo.

— Bene, disse Fogg. Il treno di Douvres parte alle 8 e 45. Lo prenderò.

— Stasera stessa? domandò Stuart.

— Stasera stessa, rispose il signor Fogg. Dunque, soggiunse consultando un calendario tascabile; giacchè è oggi mercoledì, 2 ottobre, dovrò essere di ritorno a Londra in questo stesso salotto del Reform-Club, il sabato 21 dicembre, alle ore 8 e 45 di sera; in mancanza di che le ventimila lire sterline, depositate attualmente a mio credito presso i Fratelli Baring, vi apparterranno di fatto e di diritto, o signori. Ecco un bono per tale somma.»