Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/37

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suoi colleghi del Reform-Club furono biasimati d’aver accettato quella scommessa, che accusava un indebolimento nelle facoltà mentali del suo autore.

Su questa questione, furon pubblicati articoli pieni di passione, ma logici. Ognun sa l’interesse che desta in Inghilterra tutto ciò che ha riguardo alla geografia. Laonde, non c’era lettore, a qualunque classe appartenesse, che non divorasse le colonne dedicate al caso di Phileas Fogg.

Durante i primi giorni, alcune menti audaci, le donne principalmente, furono a lui favorevoli; sovratutto allorchè l’Illustrated London News ebbe pubblicato il suo ritratto, secondo la sua fotografia deposta agli archivii del Reform-Club. Alcuni gentleman osavano dire: «Eh! perchè no, alla fin fine? se ne son viste di più straordinarie!» Erano segnatamente i lettori del Daily Telegraph. Ma si sentì in breve che anche questo giornale cominciava a cedere.

Infatti, un lungo articolo comparve il 7 ottobre nel Bollettino della Società Reale di geografia. Esso trattava la questione da tutti i punti di vista, e dimostrava chiaramente la follia dell’impresa. Secondo quell’articolo, tutto era contro il viaggiatore, ostacoli dell’uomo, ostacoli della natura. Per riuscire in quel progetto, bisognava ammettere una concordanza miracolosa delle ore di partenza e di arrivo, concordanza che non esisteva, che non poteva esistere. A tutto rigore, e in Europa, dove trattasi di tragitto di una lunghezza relativamente mediocre, si può contare sull’arrivo dei treni ad ora fissa; ma, quando impiegano tre giorni ad attraversare l’India, otto giorni ad attraversare gli Stati Uniti, come fondare sulla loro esattezza gli