Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/62

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i mura, in rovina, al disopra delle quali spiccavano alcuni datteri verdeggianti. In lontananza, nei monti, si stendevano vasti campi da caffè. Gambalesta rimase estatico a contemplare quella celebre città, e parvegli anzi che con le sue mure circolari ed un forte smantellato che si disegnava come un manico, essa rassomigliasse ad un’enorme tazza da caffè.

Durante la notte seguente, il Mongolia oltrepassò lo stretto di Babel-Mandeb, nome arabo che significa: La porta delle lacrime, e il giorno appresso 14, si fermava a Steamer-Point, al nord-ovest della rada di Aden. Qui doveva rifornirsi di combustibile.

Serio ed importante affare codesta alimentazione del fornello dei piroscafi a tali distanze dai centri di produzione. Per la sola Compagnia peninsulare essa costituisce una spesa annua che ammonta ad ottocentomila sterline (20 milioni di franchi). Fu necessario infatti stabilire dei depositi in parecchi porti, ed in quei mari lontani il carbone viene a costare ottanta franchi per tonnellata.

Il Mongolia doveva percorrere ancora milleseicentocinquanta miglia prima di giungere a Bombay, e doveva rimanere quattro ore a Steamer-Point, per ricolmare i suoi depositi.

Questo ritardo non poteva nuocere in verun modo al programma di Phileas Fogg. Era previsto. E poi, il Mongolia invece d’arrivare ad Aden soltanto al mattino del 15 ottobre vi entrava il 14 sera. Era dunque un guadagno di quindici ore.

Il signor Fogg ed il suo servo scesero a terra. Il gentiluomo voleva far vidimare il suo passaporto. Fix lo seguì inosservato. Compiuta la formalità del