Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/66

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pagnia delle Indie fu onnipotente. Questa si annetteva a poco a poco le diverse province, comperate ai rajà a prezzo delle rendite che essa pagava poco o punto; nominava il suo governatore generale e tutti i suoi impiegati civili e militari; ma ora essa non esiste più, e i possedimenti inglesi dell’India dipendono direttamente dalla corona.

Perciò l’aspetto, i costumi, le divisioni etnografiche della penisola tendono a modificarsi di giorno in giorno. In passato, vi si viaggiava con tutti gli antichi mezzi di trasporto, a piedi, a cavallo, sopra carretti, in carriola, in palanchino, a dorso d’uomo, in carrozza, ecc. Ora, dei battelli a vapore percorrono a grande velocità l’Indo, il Gange, e una ferrovia, che attraversa l’India in tutta la sua larghezza, con molte diramazioni, pone Bombay a tre soli giorni da Calcutta.

Il tracciato di questa ferrovia non segue la linea retta attraverso l’India. La distanza a volo d’uccello non è che da mille a millecento miglia, e treni che andassero a velocità media soltanto non impiegherebbero che tre giorni a percorrerla tutta; ma questa distanza è accresciuta d’un terzo, almeno, dalla corda che descrive la ferrata salendo sino ad Allahabad nel nord della penisola.

Ecco, insomma, il tracciato all’ingrosso del Great Indian peninsular railway1. Lasciando l’Isola di Bombay, la ferrovia attraversa Salcette, salta sul continente rimpetto a Tannah, valica la catena dei Ghati occidentali, corre al nord-est sino a Burhampur, solca il territorio quasi indipendente del Bundelkund, sale sino ad Allahabad, piega verso l’est, incontr

  1. Grande ferrovia della penisola indiana.