Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/68

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— Sì, mylord, rispose sfrontatamente il cialtrone, coniglio delle jungle1.

— E non ha miagolato quando è stato ucciso?

— Miagolato! Oh! mylord! un coniglio! Vi giuro....

— Signor trattore, ripigliò freddamente il signor Fogg, non giurate e ricordatevi questo: una volta, in India, i gatti erano considerati come animali sacri. Quelli erano tempi!

— Per i gatti, mylord?

— Ed anche pei viaggiatori!»

Fatta quest’osservazione, il signor Fogg continuò tranquillamente a desinare.

Pochi momenti dopo il signor Fogg, l’agente Fix era egli pure sbarcato dal Mongolia, ed era corso dal direttore della polizia di Bombay. Egli fece riconoscere la sua qualità di detective, la missione affidatagli, la sua situazione in faccia al presunto autore del furto. Erasi ricevuto da Londra un mandato d’arresto?... Non si era ricevuto nulla. Difatti il mandato, partito dopo Fogg, non poteva essere ancor giunto.

Fix rimase sconcertato. Voleva ottenere dal direttore un ordine d’arresto contro il signor Fogg. Il direttore rifiutò. L’affare risguardava l’amministrazione metropolitana, e questa sola poteva spiccare legalmente un mandato. Questa severità di principii, quest’osservanza rigorosa della legalità è perfettamente spiegabile coi costumi inglesi, che, in materia di libertà individuale, non ammettono nessun arbitrio.

Fix non insistette e comprese che doveva rassegnarsi ad aspettare il suo mandato. Ma egli

  1. La jungla che s’incontra di sovente nelle Indie, è un embrione di foresta vergine, come il maquis ossia le macchie della Corsica; è un disordine di arbusti che non arrivano mai all’altezza di alberi e che copre di solito vaste estensioni di terreno.