Pagina:Verne - Il giro del mondo in ottanta giorni, Milano, Treves, 1873.djvu/75

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le usanze religiose degl’indù; e se il vostro servo fosse stato preso....

— Ebbene, se fosse stato preso, sir Francis, rispose il signor Fogg, egli sarebbe stato condannato, avrebbe subìta la sua pena, e poi sarebbe tornato tranquillamente in Europa. Io non vedo in che questa faccenda avrebbe potuto ritardare il suo padrone!»

E qui la conversazione tornò a morire. Durante la notte, il treno valicò i Ghati, passò per Nassik, e la domane, 21 ottobre, si slanciava attraverso un paese relativamente piano, formato dal territorio del Khandeish. La campagna, ben coltivata, era seminata di borgate al di sopra delle quali il minareto della pagoda teneva il posto del campanile della chiesa europea. Buon numero di piccoli corsi d’acqua, per la maggior parte affluenti o subaffluenti del Godavery, irrigavano quella fertile contrada.

Gambalesta, svegliatosi, guardava, e non poteva credere che attraversava il paese degl’indù in un treno del Great peninsular railway. Ciò gli pareva inverosimile. Eppure, nulla di più reale! La locomotiva, diretta dal braccio di un macchinista inglese e riscaldata da carbon fossile inglese, lanciava il suo fumo sulle piantagioni di cotone, di caffè, di noce moscata, di garofano, di pepe rosso; il suo vapore si avvolgeva a spirali intorno ai gruppi di palmizi, tra’ quali apparivano pittoreschi bungalows, qualche viharì, specie di monasteri abbandonati, ed alcuni tempii meravigliosi arricchiti dall’inesauribile ornamentazione dell’architettura indiana. Poi, immense distese di terreni si disegnavano a perdita di vista, delle jungle, nelle quali non mancavano nè i serpenti, nè le tigri, cui spaventavano i nitriti del treno, e infine delle foreste,