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14 capitolo ii.


Cyrus Smith, originario del Massachussetts, era un ingegnere, uno scienziato di prim’ordine, a cui il Governo dell’Unione avea confidato la direzione delle ferrovie, che ebbero tanta parte strategica nella guerra di secessione. Vero americano del nord, magro, osseo, sfiancato, sui quarantacinque anni circa, grigio di già nei capelli tagliati corti e nella barba di cui serbava solo fitti mustacchi, egli aveva una di quelle belle teste «numismatiche» che sembrano fatte per essere coniate in medaglie: occhi ardenti, bocca seria e poco facile al sorriso, fisionomia da scienziato della scuola militante. Era uno di quegli ingegneri che vollero esordire come semplici soldati. Onde, insieme coll’ingegnosità dello spirito, egli possedeva la suprema abilità di mano. I suoi muscoli offrivano notevoli sintomi di tonicità. Uomo d’azione e ad un tempo uomo di pensiero, egli agiva senza sforzo sotto l’influenza di una ampia espansione vitale, dimostrando quella vivace persistenza che sfida ogni mala fortuna. Coltissimo, praticissimo debrouillard1, per servirci d’una parola della lingua militare francese, era una superba natura, poichè, pur serbandosi padrone di sè, qualunque si fossero le occasioni, egli rispondeva in massimo grado a queste tre condizioni, il cui insieme determina l’energia umana: operosità di spirito e di corpo, impeto di desiderî, potenza di volontà. E la sua impresa avrebbe potuto esser quella di Guglielmo d’Orange nel XVII secolo:

«Io non ho bisogno di sperare per intraprendere, nè di riuscire per perseverare.»

Cyrus Smith era pure il coraggio personificato.

Non aveva mancato a nessuna battaglia in quella terribile guerra di secessione. Dopo di aver incominciato sotto Ulisse Grant fra i volontarî dell’Illinois,

  1. Parola che indica un uomo spiccio ed energico, che odia le lungaggini.