Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/239

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— Io credeva che codeste belve non si trovassero se non nei paesi caldi.

— Sul nuovo continente, rispose il giovinetto, le si vedono dal Messico fino ai Pampas di Buenos Ayres. Ora, siccome l’isola Lincoln è, all’incirca, sotto la medesima latitudine delle provincie della Plata, non è a stupire che vi si incontri qualche tigre.

— Sta bene, baderemo, rispose Pencroff.

Frattanto la neve finì col dissiparsi sotto l’influenza della temperatura che si rilevò. Cadde la pioggia, e grazie alla sua azione dissolvente il bianco strato si cancellò. Malgrado il cattivo tempo, i coloni rinnovarono le provviste in ogni cosa; mandorle di pino pinocchio, radici di dragono, rizomi, liquore d’acero per la parte vegetale, conigli di conigliera, aguti e kanguri per la parte animale. Ciò rese necessarie al cune escursioni nella foresta, e si potè vedere che una certa quantità d’alberi erano stati atterrati dall’ultimo uragano. Il marinajo e Nab si spinsero anzi fino allo strato di carbon fossile per far provvista di qualche tonnellata di combustibile. Essi videro, nel passare, che il camino del forno di vasellami era stato molto danneggiato dal vento e svettato sei buoni piedi almeno. Insieme col carbone fu pure rinnovata la provvista della legna e si approfittò della corrente della Grazia, che era divenuta libera, per trasportare molti carichi, potendo accadere che tornasse il periodo dei gran freddi.

Si era pure fatta una visita ai Camini, ed i coloni ebbero a rallegrarsi di non avervi abitato durante la tempesta. Il mare avea lasciato colà incontrastabili segni delle sue rovine. Sollevato dai venti del largo e scavalcando l’isolotto avea assalito con impeto i corridoj, che erano stati mezzo coperti dalla sabbia; fitti strati di alghe coprivano le roccie.

Intanto che Nab, Harbert e Pencroff andavano a caccia e rinnovavano le provviste di combustibile,