Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/273

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rispose il marinajo; ma non s’è sempre padroni di sè medesimi.

Il consiglio dell’ingegnere era savio. Infatti la piroga non avrebbe potuto contenere gli oggetti che si sperava trovare in quella cassa, che doveva essere pesante, posto che era stato necessario alleggerirla con due barili vuoti. Dunque meglio valeva rimorchiarla così fino alla spiaggia del Palazzo di Granito. Ed ora, d’onde proveniva quel rottame? Importante quesito. Cyrus Smith ed i suoi compagni guardarono attentamente intorno e percorsero la spiaggia per molte centinaja di passi.

Non videro alcun altro rottame; guardarono anche in mare; anzi Harbert e Nab s’arrampicarono sopra una rupe alta ed elevata, ma l’orizzonte era deserto. Non si vedeva nulla, nè una nave disalberata, nè una vela; pur non v’era dubbio ch’era avvenuto un naufragio. Fors’anche quell’incidente si collegava all’altro del palazzo; o forse degli stranieri avevano approdato in un altro punto dell’isola, e chissà che non vi fossero ancora?

Ma la riflessione che fecero naturalmente i coloni fu questa, che quegli stranieri non potevano essere pirati malesi, perchè il rottame aveva evidentemente una provenienza americana o europea.

Tutti tornarono presso la cassa, ch’era lunga cinque piedi e larga tre. Era di legno di quercia, chiusa con gran cura e coperta d’una fitta pelle trattenuta da chiodi d’ottone. I due grossi barili ermeticamente chiusi, ma vuoti, come appariva al suono, aderivano ai suoi fianchi per mezzo di corde robuste strette con nodi, che Pencroff riconobbe facilmente per nodi da marinajo. Sembrava essere benissimo conservata: il che si spiegava da ciò, che la si era arenata sopra un greto di sabbia e non fra le scogliere.

Esaminandola bene, si poteva asserire che il suo soggiorno sul mare non era stato lungo e che da poco