Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/278

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— E senza dubbio, aggiunse Harbert, la nave che portò questa cassa e il suo proprietario non era di un pirata malese.

— A meno che quel proprietario non fosse stato fatto prigioniero da’ pirati.

— Non è ammissibile. È più probabile che un bastimento americano od europeo sia stato trascinato in questi paraggi e che alcuni passeggieri, volendo almeno salvare il necessario, abbiano preparata la cassa e buttatala in mare.

— La pensate voi così? domandò Harbert.

— Sì, fanciullo mio, la cosa è potuta andare a questo modo; è possibile che al momento in cui previdero un naufragio, abbiano riuniti in questa cassa diversi oggetti di prima utilità per trovarli in qualche punto della costa....

— Anche la scatola di fotografia! esclamò il marinajo in aria incredula.

— Quanto a quell’apparecchio non ne comprendo bene l’utilità, e meglio sarebbe stato per noi, come per ogni altro naufrago, una bella provvista di vesti e di munizioni.

— Ma non vi è sugli strumenti, sugli utensili, sui libri alcun segno che possa farcene riconoscere la provenienza? domandò Cyrus Smith.

Era da vedersi. Ciascuna cosa fu esaminata attentamente, specialmente gli strumenti, i libri e gli utensili. Contrariamente a quello che suole accadere, le armi non portavano la marca di fabbrica. Erano del resto in ottimo stato. Tutto era nuovo, il che provava che quegli oggetti non erano stati presi a casaccio, ma scelti e classificati con cura.

La stessa cosa era stata indicata dall’invoglio di metallo che li avea preservati dall’umidità e che non avrebbe potuto essere stato saldato in un momento di fretta.

Quanto ai dizionari delle scienze naturali e degli