Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/279

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idiomi polinesiani, erano entrambi inglesi, ma non portavano nome di editore, nè data di pubblicazione.

Lo stesso dicasi della bibbia stampata in lingua inglese in quarto, notevole dal lato tipografico, che sembrava essere stata molto sfogliazzata.

Quanto all’atlante, era una magnifica opera; conteneva le carte di tutto il mondo e molti emisferi tracciati secondo il sistema di Mercator; la sua nomenclatura era francese, ma non portava nè data, nè nome di editore.

Non v’era dunque in quei diversi oggetti alcun indizio che ne potesse indicare la provenienza, nulla da far sospettare la nazionalità della nave che aveva dovuto passare poco prima in quei paraggi. Ma da qualsiasi luogo provenisse quella cassa, essa formava la ricchezza dei coloni dell’isola Lincoln. Fino allora, trasformando i prodotti della natura, essi avevano creato ogni cosa di per sè stessi, e grazie alla loro intelligenza si eran tolti d’impaccio; ma non pareva che la Provvidenza avesse voluto ricompensarli inviando loro quei diversi prodotti dell’industria umana? Onde essi mandarono i loro ringraziamenti al Cielo. Uno solo non era soddisfatto: Pencroff. Pare che la cassa non contenesse una cosa a cui egli pareva dare molta importanza; man mano che venivano tolti gli oggetti, i suoi evviva andavano diminuendo d’intensità, e finito l’inventario, lo si udì mormorare:

— Tutto ciò è bello e buono, ma scommetto che non vi sarà nulla per me.

Il che indusse Nab a domandargli:

— Vediamo, che cosa ti aspettavi tu?

— Una mezza libbra di tabacco, e nulla sarebbe mancato alla mia felicità.

Non si potè trattenere le risa alle parole del marinajo.

Risultava da codesta scoperta del rottame essere ora più che mai necessario fare un’attenta esplora-