Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/288

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di “alberi della vita o alberi di ferro” appartenenti a questa famiglia delle mirtacee, che contiene quarantasei generi o milletrecento specie.

Si lasciava dire il giovinetto, il quale pronunziava con molta foga la sua lezioncina di botanica. Cyrus Smith l’ascoltava sorridendo, e Pencroff con un sentimento di tenerezza intraducibile.

— Sta bene, Harbert, disse, ma io oso giurare che non tutti i campioni utili che hai citati sono giganti come questo.

— È vero, Pencroff.

— Dunque è vero quanto ho detto, disse allora il marinajo, e cioè che i giganti non sono buoni a nulla.

— E qui sta il vostro errore, aggiunse l’ingegnere, perchè questi giganteschi eucalyptus servono a qualche cosa.

— Ed a che?

— A rendere salubre l’aria. Sapete come vengono chiamati alla Nuova Zelanda?

— No, signor Cyrus.

— Alberi della febbre.

— E perchè, perchè la danno?

— No, perchè la impediscono.

— Sta bene; ne piglierò nota, disse il reporter.

— Prendetene pure nota, perchè pare provato che la presenza degli eucalyptus serve a correggere i miasmi delle paludi. Si fece esperimento di questo preservativo naturale in certe regioni del mezzodì dell’Europa e del nord dell’Africa, il cui terreno era estremamente malsano, e si vide lo stato sanitario dei loro abitanti migliorare a poco a poco. Non vi hanno febbri intermittenti nelle regioni vicine alle foreste di queste mirtacee. Il fatto è oramai fuor di dubbio, ed è una fortunata combinazione per noi altri coloni dell’isola Lincoln.

— Ah! che isola, che isola benedetta! esclamò Pencroff; ve lo dico io, non ci manca nulla... tranne....