Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/324

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— Ah, il brigante! esclamò Pencroff.

E coll’accetta in mano stava per spaccare il cranio dell’animale, quando Cyrus Smith lo trattenne e gli disse:

— Risparmiatelo, Pencroff.

— Ch’io faccia grazia a questo brutto mobile?

— Sì, è lui che ci ha gettata la scala.

E l’ingegnere disse queste parole con così bizzarro accento, che sarebbe stato difficile sapere se egli parlasse o no sul serio.

Nondimeno tutti si fecero addosso alla scimmia, la quale, dopo essersi difesa coraggiosamente, fu atterrata e legata.

— Uff! esclamò Pencroff, e che ne faremo ora?

— Un domestico, rispose Harbert.

Così parlando, il giovinetto non scherzava interamente, poichè sapeva tutto l’utile che si può ricavare da cotesta razza intelligente dei quadrumani. I coloni si accostarono allora alla scimmia e la guardarono attentamente. Essa apparteneva a quella specie di antropomorfi, il cui angolo facciale non è molto inferiore a quello degli Australiani e degli Ottentotti. Era un orang, che come tale non aveva nè la ferocia del babbuino, nè la spensieratezza del macaco, nè la sordidezza del saguino, nè le impazienze del bertuccione, nè i cattivi istinti del cinocefalo. Gli è à tale famiglia degli antropomorfi che si riferiscono tanti tratti, che indicano in essi una intelligenza quasi umana. Adoperati nelle case, possono questi animali servire a tavola, nettar le camere, tenere in ordine i panni, lustrar le scarpe, maneggiare abilmente il coltello, il cucchiajo e la forchetta, e perfino bevere il vino al pari del miglior servitore bipede ed implume. Si sa che Buffon aveva una di codeste scimmie, la quale lo servì un pezzo come un servitore fedele e zelante.

L’animale che si trovava allora legato nella sala