Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/362

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CAPITOLO X.


Costruzione del battello — Secondo raccolto del grano — Caccia a koulas — Una nuova pianta più piacevole che utile — Una balena in vista — Il rampone del Vineyard — Il cetaceo fatto a pezzi — Uso dei fanoni — La fine del mese di maggio — Pencroff non ha più nulla a desiderare.

Quando Pencroff s’era messo in capo un disegno, non aveva pace e non ne lasciava altrui finchè non l’avesse posto in atto. Voleva visitare l’isola Tabor e siccome era necessaria una barca d’una certa grandezza per questa traversata, bisognava costrurre la barca.

Ecco il piano stabilito dall’ingegnere d’accordo col marinajo. Il battello doveva misurare trentacinque piedi di chiglia e nove di baglio, il che ne farebbe un camminatore, purchè i suoi fondi e le sue linee d’acqua riuscissero bene. Non doveva pescare più di sei piedi, quantità sufficente per farlo resistere contro la deriva. Doveva avere i ponti in tutta la sua lunghezza e due boccaporti che darebbero accesso a due camere separate da un tramezzo; essere attrezzato da sloop, con vele di brigantino, di trinchetto, di fortuna, banderuola, fiocco, velatura facile a maneggiare e ad ammainare in caso di nembo, e favorevolissima per essere presso al vento. In fine il suo scafo doveva essere costrutto con bordature che si apparellassero invece di sovrapporsi; e quanto alla sua ossatura dovea essere applicata a caldo dopo l’adattamento del fasciame, montato su false coste.

Che legname si doveva adoperare nel costrurre codesto battello? L’olmo o l’abete che abbondavano nell’isola? Fa scelto l’abete, legno facile a lavorare,