Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/363

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che sopporta, al pari dell’olmo l’immersione nell’acqua.

Stabiliti questi particolari, fu convenuto che, non dovendo la bella stagione tornare prima di sei mesi, Cyrus Smith e Pencroff lavorassero soli alla costruzione del battello. Gedeone Spilett ed Harbert dovevano proseguire la caccia, e nè Nab, nè mastro Jup, suo ajutante, abbandonerebbero i lavori dome stici di loro attribuzione.

Scelti gli alberi, vennero atterrati, spezzati, segati in tavole. Otto giorni dopo, nello sfondo che esisteva tra i Camini e la muraglia, era preparato un cantiere, ed una chiglia lunga trentacinque piedi, munita d’una ruota di poppa e d’una ruota di prua, si allungava sulla sabbia.

Cyrus Smith non s’era messo alla cieca in questa nuova, bisogna; egli s’intendeva di costruzioni marittime, come di quasi tutte le cose, ed era sulla carta che aveva cercato dapprima il sesto del suo battello. D’altra parte egli era servito bene da Pencroff, il quale, avendo lavorato alcuni anni in un cantiere di Brooklyn, conosceva la pratica del mestiere. Non fu adunque se non dopo calcoli severi e mature riflessioni, che le false coste vennero adattate sulla chiglia.

Pencroff, come si può immaginare, era tutto fuoco per condurre a buon fine la nuova intrapresa, e non avrebbe voluto abbandonarla un istante.

Una sola operazione ebbe il privilegio di toglierlo, ma per un giorno solo, al cantiere di costruzione, e fu la seconda raccolta di grano che si fece il quindici aprile. Era riuscita al par della prima e diede la quantità di grani preannunziata.

— Cinque moggia, signor Cyrus, disse Pencroff dopo aver scrupolosamente misurato le sue ricchezze.

— Cinque moggia, rispose l’ingegnere, a cento-