Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/48

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CAPITOLO IV.

fazzoletto del marinajo, ed avvicinandosi il momento in cui il mare doveva essere al massimo livello, Harbert e Pencroff cominciarono a ridiscendere verso il corso d’acqua.
Quando giunsero allo svolto della riviera era la una dopo il mezzodì; già la corrente pigliava direzione opposta. Bisognava adunque approfittare del riflusso per ritrarre la zattera di legno alla foce. Pencroff non intendeva di lasciare che la zattera se ne andasse a grado della corrente senza direzione, e nemmeno d’imbarcarvisi per dirigerla. Ma un marinajo non è mai imbarazzato quando si tratta di timone e di cordami. Pencroff intrecciò rapidamente una corda larga parecchie braccia per mezzo di liane secche.
Quella gomena vegetale fu attaccata alla parte posteriore della zattera, e il marinajo la tenne in mano, nel mentre Harbert, spingendo la zattera con una lunga pertica, la manteneva nella corrente.
La cosa riuscì benissimo. L’enorme carico di legna, che il marinajo tratteneva camminando sulla spiaggia, seguì il filo d’acqua; l’argine era molto scosceso, onde non era a temere che la zattera si arenasse, e prima di due ore giungeva alla foce a pochi passi dai Camini.

CAPITOLO V.

Adattamento dei Camini — La importante questione del fuoco — La scatola di zolfanelli — Ricerche sulla spiaggia – Ritorno del reporter e di Nab — Un solo zolfanello — Il fuoco scoppiettante — La prima cena — La prima notte a terra.

Prima cura di Pencroff, non appena la zattera fu scaricata, fu di rendere i Camini abitabili, costruendo quei corridoj attraverso i quali si formava la corrente d’aria. Sabbia, sassi, rami intrecciati, terra bagnata, otturarono ermeticamente le gallerie dell’& aperte ai venti del sud e ne isolarono l’anello supe-