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CAPITOLO VIII.
Nab non si mosse, ed il marinajo non gli disse che una parola:
— Vivo?
Nab non rispose. Gedeone Spilett e Pencroff impallidirono, Harbert congiunse le mani e rimase immobile. Ma era evidente che il negro assorto nel proprio dolore non aveva visto i compagni nè inteso le parole del marinajo.
Il reporter s’inginocchiò presso a quel corpo senza movimento, ed appoggiò l’orecchio al petto dell’ingegnere sbottonandogli i panni. Passò un minuto un secolo nel mentre egli cercava di sorprendere un battito del cuore.
Nab si era raddrizzato alquanto e guardava senza vedere. La disperazione non avrebbe potuto sconvolgere di più un volto umano.
Il negro, sfinito dalla stanchezza, affranto dal dolore, era irriconoscibile. Egli credeva il suo padrone morto; Gedeone Spilett, dopo lunga ed attenta osservazione, si risollevò, e
— Vive! diss’egli.
Pencroff alla sua volta s’inginocchiò presso Cyrus Smith; il suo orecchio intese qualche battito e le sue labbra colsero un soffio che sfuggiva da quelle dell’ingegnere. Harbert ad un cenno del reporter si lanciò di fuori per cercar dell’acqua; trovò a cento passi di là un limpido ruscello evidentemente molto ingrossato dalle pioggie della vigilia e che filtrava