Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo I, Milano, Guigoni, 1890.pdf/77

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di cardi, offriva il selvaggio aspetto d’un’ampia regione sabbiosa; il litorale era poco frastagliato e non offriva al mare altra barriera fuorchè una catena irregolare di monticelli; qua e là qualche albero piegato all’ovest, coi rami pure rivolti in quella direzione; assai più lungi, a sud-ovest, il lembo dell’ultima foresta.

In questo momento Top diede non equivoci segni di commozione; andava innanzi, tornava presso al marinajo e pareva eccitarlo ad affrettare il passo. Il cane aveva allora lasciata la spiaggia, ed obbedendo al suo mirabile istinto, senza esitazione di sorta, si era cacciato fra le dune.

Lo si seguì. Il paese era assolutamente deserto. Nessun essere vivente lo animava. Quel lembo di dune era composto di monticelli ed anche di colline capricciosamente distribuite. Era come una piccola Svizzera di sabbia, e non ci voleva meno d’un istinto prodigioso per raccapezzarvisi.

Cinque minuti dopo aver lasciata la spiaggia, il reporter ed i suoi compagni arrivarono innanzi ad una specie di cavo aperto ai piedi di un’alta duna. Quivi Top s’arresto e mandò un limpido latrato. Spilett, Harbert e Pencroff penetrarono nella grotta.

Nab era colà inginocchiato presso ad un corpo disteso sopra un letto d’erbe....

Era il corpo dell’ingegnere Cyrus Smith.