Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/177

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Galleggiarono pure alcuni cadaveri, e fra gli altri Ayrton riconobbe quello di Bob Harvey che mostrò al suo compagno dicendogli con voce commossa:

— Ecco quello che sono stato!

— E che non siete più, bravo Ayrton.

Era singolare che i corpi galleggianti fossero in così piccol numero, cinque o sei appena, che il riflusso cominciava già a spingere verso l’alto mare. Probabilmente i marinaj sorpresi dall’inabissamento non avevano avuto tempo di fuggire, e la nave essendosi coricata sul fianco, la maggior parte erano stati presi sotto l’impagliettatura. Ora il riflusso, che stava per trasportare i cadaveri di quei miserabili verso l’alto mare, doveva risparmiare ai coloni il triste uffizio di seppellirli in qualche canto della loro isola.

Per due ore Cyrus Smith ed i suoi compagni furono unicamente occupati a tirar su le pertiche e ad asciugar le vele che erano perfettamente intatte.

Cianciavano poco, tutti assorti nel lavoro, ma quanti pensieri attraversavano il loro spirito! Era una fortuna il possesso di quel brik o per dir meglio di quanto conteneva. Infatti una nave è tutto un piccolo mondo, e la colonia doveva arricchirsi di molti oggetti utili. Doveva essere, in grande, l’equivalente della cassa trovata alla punta del Rottame.

— Ed inoltre, pensava Pencroff, non sarebbe possibile tirare a galla il brik? Se non ha che una falla la si turerà, e una nave di tre o quattrocento tonnellate è un vascello a petto del nostro Bonaventura, e si va dove si vuole con essa... Bisogna che il signor Cyrus, Ayrton ed io esaminiamo la cosa. Ne vale la pena.

Infatti, se il Brik era ancora adatto alla navigazione, le speranze di ritornare in patria si accrescevano singolarmente; ma per decidere quest’importante quesito conveniva aspettar la marea bassa, affinchè