Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/20

Da Wikisource.

giunse Pencroff volgendosi verso il cane; e tu, Jup, va nella tua camera.

La scimmia ed il cane tacquero. Jup tornò a coricarsi, ma Top rimase nella sala, e tutta sera fece intendere sordi grugniti.

Non si parlò più dell’incidente, che peraltro oscurò la fronte dell’ingegnere. Durante il resto del mese di luglio ci furono alternative di pioggia e di freddo. La temperatura non ascese quanto nell’anno precedente e non passò mai gli otto gradi del termometro Fahrenheit (13 gradi, 33 centigradi sotto zero). Ma se quell’inverno fu meno freddo, fu in compenso più turbato dagli uragani e dai venti. Ci furono pure violenti assalti di mare, che più d’una volta danneggiarono i Camini; era da credersi che una corrente provocata da qualche commozione sottomarina sollevasse quelle onde mostruose e le avventasse contro le muraglie del Palazzo di Granito. Quando i coloni, affacciati alle finestre del Palazzo di Granito, osservavano le enormi masse d’acqua che si frangevano sotto i loro occhi contro la muraglia, non potevano che ammirare il magnifico spettacolo di quell’impotente furore dell’oceano.

I flutti rimbalzavano schiumosi, il greto intiero spariva sotto la furibonda inondazione, e l’altipiano pareva emergere dal mare, i cui spruzzi s’elevavano ad un’altezza d’oltre cento piedi.

Durante questi uragani era difficile avventurarsi sulle vie dell’isola: era anche pericoloso, perchè le cadute d’alberi erano frequenti.

Pure i coloni non lasciarono mai passare una settimana senza andare a far visita al ricinto, il quale essendo fortunatamente riparato dal contrafforte sud est del monte Franklin, non soffrì gran fatto per la violenza dell’uragano, che ne risparmiò gli alberi, la tettoja, la palizzata. Ma il cortile rustico posto sull’altipiano di Lunga Vista, e perciò direttamente