Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/311

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bordo. Erano un professore francese, il suo servitore ed un pescatore del Canadà. Questi tre uomini erano stati precipitati in mare in un urto fra il Nautilus e la fregata degli Stati Uniti, l’Abraham-Lincoln, che gli dava la caccia.

Il capitano Nemo apprese dal professore come al Nautilus, creduto ora un mammifero gigantesco della famiglia dei cetacei, era un battello sottomarino contenente un equipaggio di pirati, si desse la caccia su tutti i mari.

Il capitano Nemo avrebbe potuto restituire all’oceano questi tre uomini che il caso gettava attraverso la sua esistenza misteriosa.

Non lo fece, li tenne prigionieri, e per sette mesi poterono essi contemplare tutte le maraviglie d’un viaggio che percorse 20,000 leghe sotto i mari.

Un giorno, il 22 giugno 1867, questi tre uomini, che nulla sapevano del capitano Nemo, riuscirono a fuggire, dopo d’essersi impadroniti del canotto del Nautilus. Ma siccome allora il Nautilus era trascinato sulle coste della Norvegia, nei turbini del maëlstrom, il capitano Nemo dovette credere che i fuggitivi, annegati nella spaventevole bufera, avessero trovato la morte in fondo all’abisso.

Ignorava dunque che il francese ed i suoi due compagni fossero stati maravigliosamente buttati a costa, accolti, che pescatori delle isole Loffoden li avessero raccolti, e che il professore, tornato in Francia, avesse raccontati e posti in balía del pubblico i sette mesi della strana ed avventurosa navigazione del Nautilus. Per un pezzo ancora il capitano Nemo continuò a vivere in tal modo traversando i mari, ma a poco a poco i suoi compagni morirono ed andarono a riposare nel loro cimitero di corallo in fondo al Pacifico.

Finalmente il capitano Nemo rimase solo di quanti si erano rifugiati con lui nelle profondità dell’oceano.

Il capitano aveva allora sessant’anni. Quando fu