Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/53

Da Wikisource.

ci daranno tutti i legumi dell’antico e del nuovo continente.

— Sarebbe conveniente star qui un giorno di più, disse Spilett, per raccogliere tutto quanto ci può essere utile.

— No, signor Spilett, rispose Pencroff, e vi domanderò di partir domani stesso all’alba. Il vento mi pare voglia piegare all’ovest; e, dopo di aver avuto vento favorevole per venire, lo avremo favorevole per andarcene.

— Allora non perdiamo tempo, disse Harbert alzandosi in piedi.

— Non perdiamo tempo, rispose Pencroff; voi Harbert pensate a raccogliere i semi che conoscete meglio di noi, frattanto il signor Spilett ed io andremo a far la caccia ai porci; anche se non abbiamo Top, spero bene di riuscire a pigliarne qualcuno.

Harbert prese adunque il sentiero che doveva condurlo verso la parte coltivata dell’isolotto, mentre il marinajo ed il reporter rientravano direttamente nella foresta.

Molti campioni di razza porcina fuggirono dinanzi ad essi; questi animali agili non sembravano disposti a lasciarsi avvicinare. Pure, dopo mezz’ora d’inseguimento, i cacciatori erano riusciti ad impadronirsi d’una coppia che si era rintanata in un fitto boschetto, quando s’udirono delle grida a poche centinaja di passi nel nord dell’isolotto.

A quelle grida si mescevano accenti orribili che nulla avevano di umano.

Pencroff e Gedeone Spilett si drizzarono, ed i porci approfittarono di questo movimento per fuggirsene nel punto in cui il marinajo preparava le corde per legarli.

— È la voce di Harbert, disse il reporter.

— Corriamo! disse Pencroff.

E subito il marinajo e Gedeone Spilett corsero rapidamente verso il luogo d’onde partivano quelle grida.