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Pencroff, sebbene inquietissimo, non disperava, poichè avea un’anima fortemente temprata, e seduto al timone cercava ostinatamente di scandagliare l’ombra fitta che lo avvolgeva.
Verso le due del mattino egli si levò all’improvviso:
— Un fuoco, un fuoco! esclamò.
Infatti una viva luce appariva a venti miglia nel nord-est. L’isola Lincoln era là, e quella luce, accesa evidentemente da Cyrus Smith, mostrava la via da seguire.
Pencroff, che si dirigeva troppo al nord, modificò la direzione e volse la prua a quel fuoco, che brillava nell’orizzonte come una stella di prima grandezza.
CAPITOLO XV.
Il domani, 20 ottobre, alle sette del mattino, dopo quattro giorni di viaggio, il Bonaventura veniva ad arenare dolcemente sul greto alla foce della Grazia.
Cyrus Smith e Nab, inquietissimi del brutto tempo e dell’assenza prolungata dei compagni, erano fino dall’alba saliti sull’altipiano di Lunga Vista ed avevano finalmente veduto il battello che aveva tanto tardato a tornare.
— Dio sia lodato! eccoli! aveva gridato Cyrus Smith.
Quanto a Nab, nella sua gioja si era messo a danzare, a girare sopra sè stesso, battendo le mani e gridando: — Oh padrone! Pantomima più commovente del più bel discorso.
La prima idea dell’ingegnere, contando le persone che poteva scorgere sul ponte del Bonaventura, era