Pagina:Verri - Osservazioni sulla tortura, Milano 1843.djvu/12

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erano i costumi, tale era lo spirito che agitò i nostri antenati in quel tempo, che forse troppo incautamente, taluni vorrebbero far ritornare coi loro voti.

La storia di questa sciagura conviene cominciarla da un dispaccio che dalla corte di Madrid venne al marchese Spinola, allora governatore. Il dispaccio era firmato dal re Filippo IV. Rara cosa assai era in que’ tempi la venuta di un dispaccio, ed era questo un avvenimento che occupava tutta la città, poichè non si partiva dalla corte un reale rescritto se non per gravissime cagioni. Il dispaccio avvisava il governatore, essere stati osservati in Madrid quattro uomini che avevan portati degli unguenti per recare la pestilenza in quella reale città, essere costoro fuggiti; non sapersi in qual parte si fossero essi rivolti per recarvi le malefiche unzioni; quindi se ne avvisava il governatore, acciocchè attentamente vegliasse in difesa anche del Milanese. Hae litterae, dice il Ripamonti, pag. 112, quia Majestatis ipsius chirographo subsignatae fuerunt, grande sanè momentum inclinandis ad pessima quaeque credenda animis facere potuerunt. In quei tempi l’ignoranza delle cose fisiche era assai grande. Taluno avrà pensato allora: È egli possibile il formare una materia che toccandosi dia la pestilenza? Se anche sia possibile potrà un uomo portarla seco senza caderne vittima? Quattro uomini collegansi per un tale viaggio, e girano il mondo colla pestilenza nelle ampolle per divulgarla! A qual fine? Per quale utilità? Ma i pochi che avranno così pensato non avranno avuto ardire di palesarlo; l’autorità di un dispaccio, l’opinione popolare erano terribili contrasti che esponevano a troppo grave pericolo l’uomo che avesse annunziata questa verità. Si sparse adunque l’opinione e il sospetto generalmente di queste malefiche unzioni.

Sappiamo dalla storia come fossero allora governati i popoli sotto Filippo IV. La pestilenza della Germania per la Valtellina liberamente entrò nel Milanese, portatavi dalle truppe imperiali che transitarono per innoltrarsi a Mantova, poco dopo la vociferazione del dispaccio1. Ma l’opinione comune del popolo volle ostinatamente piuttosto credere, essere la vociferata pestilenza un’artificiosa invenzione de’ medici per acquistar lucro, anzichè esaminare e chiarire il fatto. Era forse una tal diffidenza l’effetto della lunga serie d’inganni sofferti dalla classe superiore. Inutilmente i medici più istruiti divulgavano le prove degli ammalati che avevano veduto a morire di pestilenza, che la plebe sempre li risguardava come autori di

  1. Sino dall’ottobre 1628 venne il tribunale di provvisione avvisato dal tribunale di sanità, come la pestilenza, che allora desolava la Francia, la Fiandra, la Germania, si era innoltrata a Berna, nel Vallese, a Lucerna e nelle terre de’ Grigioni, Ripam., pag. 189.