Pagina:Versi del conte Giacomo Leopardi.djvu/12

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Internamente? Obblivion ricopre
I tuoi pensieri, e gli avviluppa il sonno;
Disse colei. Son morta, e mi vedesti
L’ultima volta, è già gran tempo. Immensa
Doglia m’oppresse a queste voci il petto.
Ella seguì: nel fior de gli anni estinta,
Quando è ’l viver più dolce, e pria che ’l core
Certo si renda com’è tutta indarno
L’umana speme. A desiar colei
Che d’ogni affanno il tragge, ha poco andare
L’egro mortal; ma sconsolata arriva
La morte a i giovanetti, e duro è ’l fato
Di quella speme cui la tomba estingue.
Vano è ’l saper quel che natura asconde
A gl’inesperti de la vita, e molto
A l’immatura sapienza il cieco
Dolor prevale. Oh sfortunata, oh cara,
Taci, taci, diss’io, chè tu mi schianti
Con questi detti il cor. Dunque se’ morta,
O mia diletta, ed io son vivo, ed era
Pur fisso in ciel che quei sudori estremi
Cotesta cara e tenerella salma
Provar dovesse, a me restasse intera
Questa misera spoglia? Oh quante volte
In ripensar che più non vivi, e mai