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Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/257

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le nozze di tetide e peleo. 243


     Ah queste, no, non son, queste, o spergiuro,
Le promesse non sono d’una volta;
Non è questo quel rosëo futuro
188Che all’alma promettevi ignara e stolta;
Ma che a nido d’amor lieto e sicuro
Stata sarei nelle tue case accolta.
Sognate voluttà, vani contenti
192Che tutti si portâr per l’aria i venti.

     Donna non sia, che più creda verace
Il giuro dell’amante e la promessa.
L’amante per aver quel che gli piace
196Di giurare e promettere non cessa;
Ma poi che spenta ha la sua sete e tace
La cieca voglia, che l’ardea, repressa,
De’ giuramenti più non ha paura
200E le date promesse più non cura.

     Eri a morte devoto, allor ch’io venni
Con mio periglio a trarti in salvamento:
Perdere il fratel mio prima sostenni
204Che abbandonarti nel fatal momento:
In mercè della fede che ti tenni
A lupi ed avoltoi preda divento,
Lassa! nè fia chi morta mi ricopra,
208Poca polve al mio fral gittando sopra.