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Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/259

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le nozze di tetide e peleo. 245


     Oh, non fossero mai nel dì primiero
Giunte l’attiche navi a queste bande!
Nè mai recato lo sleal nocchiero
236Avesse al Minotauro ostie esecrande!
Nè questo traditor, questo straniero
Che sotto forme grazïose e blande
Sì rei proponimenti in petto accoglie,
240Mai posto avesse il piè nelle mie soglie!

     Or dove me n’andrò? Quali sentieri
Fia che additi speranza al core afflitto?
A’ monti Idei? Ma tempestosi e neri
244I flutti mi contendono il tragitto.
Dal genitore che soccorso io speri?
Dal genitor che ingrata ho derelitto
Per seguitar lo sconosciuto amante
248Che del sangue fraterno era grondante?

     O che col fido amore io mi consoli,
Col fido amor di lui che m’abbandona?
Nave non veggo che di qua m’involi;
252Nudo ed immenso è ’l mar che m’imprigiona.
Io lochi qua rimiro ignoti e soli,
Erme piaggie, ove d’uom voce non suona;
Sabbia sol miro squallida, deserta,
256Chiuso ogni scampo e la mia tomba aperta.