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Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/326

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312 la partenza per l'esiglio.


     Dava a’ miei cari i memori
Novissimi precetti;
Poi gli occhi non sapeano
116Torsi dai cari aspetti.

      Perchè, diceva, accelero
Tanto il partir? Si noma
Il mio confin la Scizia;
120Questa che lascio è Roma.

     Viva a me vivo involasi
Impareggiabil moglie;
Il genïal ricovero
124Del padri mi si toglie;

     Tolti mi sono i teneri
Compagni desïati,
Più che Piritoo a Teseo
128A me d’amor legati.

     Pria che il destin ne separi,
Oh, ch’io vi abbracci ancora.
Nobili petti; oh, spendere
132Possa con voi questa ora!

     Diceva; e a lor che stavano
A capo chin piangendo,
Voci alternando e gemiti,
136L’avide braccia io stendo.