Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/382

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368 libri e fiori.


     Splendide larve, deità, portenti
Son qui dentro spiranti; affanni e glorie;
     Ed al voler che domina gli eventi,
20Sacri gli allori e l’ultime vittorie.

     Odi l’inno celeste: odi l’accento,
Come nota di cigni, armonïoso
     Che, lenito dell’anima il tormento,
24Nel sen t’addorme d’un divin riposo.

     T’annoia il canto? alla natura gli occhi
Rivolgi, amico, ove in solingo piano
     Crescon fiori ed arbusti ancor non tocchi
28Dal soffio ardente del lavoro umano.

     Questi fiori rimira! o quale incenso
Mandan le colorate urne all’Eterno!
     D’essi natura fe catena al senso,
32Perchè riedan gli erranti al sen materno.

     Essi fur colti al cupo rezzo estivo,
Lungo i muschi di tacita vallea,
      Ove la luna tremola sul rivo
36Gareggia di candor colla ninfea.

     Essi fur colti sovra campo aprico,
Ove il sole è perenne e la verzura....
     E tu, diletto, ti dirai mendico
40Con due regni al tuo piede, arte e natura?