Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/394

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380 properzia rossi.


     Or di lontana musica ascoltando
Gioconde consonanze, che la brezza
51Interrompe del vespro a quando a quando;

     Or colla mente a dotte inchieste avvezza
In franto simulacro o tela antica
54L’orma spïando d’immortal bellezza;

     Dolce al paro il riposo e la fatica
Stata ne fora; nè sventure ed onte
57Già t’attendean, perch’io ti fossi amica;

     Ma del contento inebbrïata al fonte
Ampia mèsse di lauri avrei raccolta
60Sol per farne ghirlanda alla tua fronte.

     O sogni, sogni! Or dell’amor m’è tolta
Anco la speme: questo sol m’avanza
63Che la mia fama non sarà sepolta.

     Soave, come tenüe fragranza
Che intorno arida rosa ancor si aggira,
66Fia che resti di me la ricordanza,

     Soave come l’aura che sospira
Nel crin di melanconico cipresso,
69O fra le corde di spezzata lira.