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A GIROLAMO TOMMASI.
ORIGINE DEGLI SCHERZI.
Girolamo, il mestier facile e piano
Che gl’insegnò natura ognun rinnega,
E vuol nei ferri dell’altrui bottega
Spellar la mano.
Ognuno in gergo a scrivacchiar s’è messo
Sogni accattati, affetti che non sente,
Settario adulator della corrente,
O di sè stesso.
In due scuole vaneggia il popol dotto:
La vecchia, al vero il torbo occhio rifiuta;
La nuova, il letterario abito muta
Come il panciotto.
Di qua, cervel digiuno in una testa
Di stoppa enciclopedica imbottita,
D’uscir del guscio e d’ingollar la vita
Furia indigesta;
Calvo Apollo di là trotta alla zuffa
Sul Pegaso arrembato e co’ frasconi:
Copre liuti e cetre e colascioni
Vernice o muffa.
Aggiungi a questo un tirar giù di lerci
Sonniferi che il torchio transalpino
Vomita addosso a noi, del Figurino
Bastardi guerci;