Pagina:Versi di Giuseppe Giusti.djvu/44

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lo stivale.


Rifatto allora sulle vecchie forme
     E riportato allo scorticatoio,
     147Se fui di peso e di valore enorme,
     Mi resta a mala pena il primo cuoio;
     E per tapparmi i buchi nuovi e vecchi
     150Ci vuol altro che spago e piantastecchi.

La spesa è forte, e lunga è la fatica:
     Bisogna ricucir brano per brano;
     153Ripulir le pillacchere; all’antica
     Piantar chiodi e bullette, e poi pian piano
     Ringambalar la polpa ed il tomaio:
     156Ma per pietà badate al calzolaio!

E poi vedete un po’: qua son turchino,
     Là rosso e bianco, e quassù giallo e nero;
     159Insomma a toppe come un arlecchino:
     Se volete rimettermi davvero,
     Fatemi, con prudenza e con amore,
     162Tutto d’un pezzo e tutto d’un colore.

Scavizzolate all’ultimo se v’è
     Un uomo purchè sia, fuorchè poltrone;
     165E se quando a costui mi trovo in piè,
     Si figurasse qualche buon padrone
     Di far con meco il solito mestiere,
     168Lo piglieremo a calci nel sedere.