Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/102

Da Wikisource.

(XCIX.)

20I frali sensi, e sì travolve, e cangia
Il retto giudicar d’un sol disio
Tutta ingombrando la mortale, e l’altra
Divina parte, che spirò ne l’Uomo
L’aura celeste del Fattore eterno,
25Che tutto fassi, tutto in noi diviene
Cura, e pensier d’amor, nè de l’Uom primo
Resta vestigio. Tal là dove in Mare
L’Irrigator d’Egitto immenso fiume
Scende da sette ampie sonore foci
30Su l’onda salsa, con la vasta piena
Frange, e dissolve, e sì la tempra e molce,
Che per ben lungo tratto obblia se stessa,
E l’amarezza de’ nativi sali
Perde, onde ammira le mutate tempre
35Del patrio flutto il Notator squammoso.
Te il maggior Foro, Te l’augusto Tempio
Suo nobil Cittadin , suo Cultor pio
Vedean sovente, e dove l’ardue mura
Stende Piacenza, e al Passaggier disserra
40Comódo calle, Te il cadente Sole
Fra l’altra schiera al bel diporto uscita
Vedea scior lenti passi incontro al fresco